La Natività di Lorenzo Lotto



Lorenzo Lotto, Nativita', 1523, Washington, National Gallery of Art

Nel 1523 Lotto dipinge “La Natività”, una piccola tavola (cm 46 x 36) conservata alla National Gallery of Art di Washington. Lorenzo Lotto in questo periodo stava per finire il soggiorno bergamasco, un periodo che occupa l’arco di anni compresi tra il 1512 e il 1525, che è caratterizzato da un ‘misticismo affettivo’ e da un senso magico infuso nelle opere grazie all’utilizzo della luce. La Natività, destinata a un’abitazione privata, date le piccole dimensioni, è un quadro pensato per la devozione di una famiglia. Nel dipinto i santi personaggi sono collocati in primo piano, tanto da porre l’osservatore, in una posizione privilegiata. Non guardiamo dentro da fuori, la scena è vista dall’interno; si dà una condizione di intimità del fedele con il mistero che si rivela.
Vedi anche: http://www.gliscritti.it/arte_fede/llotto/llotto.htm

Adorazione dei pastori Allendale (Giorgione)

Adorazione dei pastori Allendale

L'Adorazione dei pastori o anche Natività Allendale è un dipinto a olio su tavola (90,8x110,5 cm) di Giorgione, databile al 1500-1505 circa e conservato nella National Gallery of Art a Washington.
https://it.wikipedia.org/wiki/Adorazione_dei_pastori_Allendale

L’opera si può dividere in due parti: a destra la grotta scura della natività, dove si trova la Sacra Famiglia raccolta e verso la quale si affacciano i due pastori; a sinistra si trova un ampio paesaggio, con qualche piccolo episodio di quotidianità. Qualche cherubino appare in alto, vicino al soffitto della grotta.

La luce diventa ora incidente, sulle vesti luccicanti, in special modo quella di Giuseppe, ora tenue e soffusa. Tipicamente giorgionesca è la predominanza del colore, che determina il volume delle figure, steso in strati sovrapposti senza il confine netto dato dal contorno, che tendono così a fondere soggetti e paesaggio: si tratta degli effetti atmosferici del tonalismo che ebbe proprio nel maestro di Castelfranco uno dei fondamentali interpreti

Madonna del latte in trono col Bambino (Fouquet)

Dittico di Melun

La Madonna del latte in trono col Bambino (91,8×83,3 cm) si trova al Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa. Faceva parte del Dittico di Melun, un dipinto su tavola attribuito a Jean Fouquet, databile al 1450-1455 circa e oggi smembrato. Lo scomparto sinistro, con Etienne Chevalier presentato da santo Stefano (93×85 cm) si trova nella Gemäldegalerie di Berlino.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dittico_di_Melun

Il pannello mostra la Vergine in trono che scopre un seno per allattare il Bambino, circondata da uno stuolo di cherubini blu e serafini rossi (i loro colori richiamano rispettivamente la sapienza e l’amore di Dio), che riempiono tutto lo sfondo. Molti sono gli elementi di commistione fra tradizione italiana e mondo transalpino, per i quali Jean Fouquet fu una figura di incontro e fusione. La Madonna è impostata su una composizione piramidale, memore delle opere italiane, così come è ispirata al Rinascimento fiorentino la sintesi geometrica delle sue forme (volto ovale, seno sferico), la posa e la robustezza del Bambino. La luce studiata analiticamente, come nelle gemme del trono e della corona, e il gusto per la linea di contorno sono invece caratteristica di marca più prettamente nordica.
http://libreriamo.it/arte/le-dieci-nativita-piu-belle-della-storia-dellarte/

Adorazione del Bambino di palazzo Medici (Lippi)

Adorazione del Bambino di palazzo Medici
L'Adorazione del Bambino di palazzo Medici è un'opera, tempera su tavola (129.5x118.5 cm) di Filippo Lippi, realizzata tra il 1458 e il 1460 e oggi conservata Gemäldegalerie di Berlino. Nella collocazione originale, la Cappella dei Magi di palazzo Medici-Riccardi, si trova oggi una copia antica del dipinto, dello pseudo Pier Francesco Fiorentino.
https://it.wikipedia.org/wiki/Adorazione_del_Bambino_di_palazzo_Medici

"La Natività" di Albrecht Dürer

Albrecht Dürer: Albrecht Dürer: Altare di Paumgartner - La Natività

“La Natività” è un dipinto di Albrecht Dürer, appartenente al trittico dell’Altare di Paumgartner, realizzato (con aiuti) con tecnica a olio su tavola nel 1504, misura 155 x 126 cm. ed è custodito nella Alte Pinakothek a Monaco.
Nel fondo viene raffigurato l’annuncio dell’angelo ai pastori. In basso, a sinistra, vengono identificati tre componenti della famiglia patrizia sveva dei Paumgartner (Martin, morto nel 1478 con i propri figli Stephan e Lucas) e un anziano offerente (con la barba), il cui stemma – interpretato in vari modi per quello dei Paumgartner [“DH” 1910] – dovrebbe essere, secondo von Schmelzing, un prozio di Martin (‘MJBK” 1937-38), che più tardi sposò la sua vedova. Sul lato opposto viene identificata Barbara, la moglie di Martin, morta nel 1494, con le proprie figlie Barbara e Maria.
I Tietze (1928 e 1937], che raffrontarono le strutture compositive dell’opera con la pittura italiana, presuppongono che abbia collaborato alla realizzazione dell’opera Hans Schaufelein, il quale si ispirò abbondantemente a Dürer nella propria “Adorazione dei Magi” (Innsbruck, Ferdinandeum).


"Adorazione del Bambino di Annalena" di Filippo Lippi


Adorazione del Bambino di Annalena, 1455 circa, cm. 137 x 134, Galleria degli Uffizi, Firenze.
L'Adorazione del Bambino di Annalena (Adorazione del Bambino con i santi Gerolamo, Maddalena e Ilarione) è un dipinto tempera su tavola (137x134 cm) dal pittore italiano Filippo Lippi, realizzato all'incirca nel 1453 e conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze.
https://it.wikipedia.org/wiki/Adorazione_del_Bambino_di_Annalena

NATIVITA' di Filippo Lippi





L'opera, proveniente dal Museo Civico di Prato, è una delle più interessanti della bottega di Filippo Lippi, e fu realizzata presumibilmente attorno al 1456. La tavola rappresenta la Sacra Famiglia con san Giorgio e san Vincenzo Ferrer e, in secondo piano, figure di angeli, pastori e musici, inseriti in uno sfondo naturalistico finemente descritto. L'opera rivela l'interesse dell'artista per un tema su cui ritorna più volte, dando particolare risalto, in quest'occasione, all'Adorazione del Bambino. In ciò si coglie il rapporto con il testo tardo trecentesco delle Rivelazioni di Santa Brigida di Svezia: la Vegine è inginocchiata davanti al Bambino, avvolto in fasce e adagiato direttamente sul manto della madre, il cui delicato volto riprende le sembianze di Lucrezia Buti, la bellissima monaca amata da Fra' Filippo Lippi. La presenza di san Giuseppe, assorto e concentrato in preghiera, e delle eleganti figure di san Giorgio e di san Vincenzo Ferrer, pare avvalorare una concezione nuova nell'iconografia della Natività, in connessione anche con la predicazione domenicana dell'epoca. 

Natività di Gesù (Giotto, Assisi)

La Natività affrescata da Giotto nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi (1313 circa)

L’affresco è l’unico al mondo dove viene rappresentato un presepe con due bambinelli a esprimere, alla luce di una lettura spirituale, la natura di Cristo: umana e divina. Il lato divino Giotto lo racconta attraverso il blu che splende nella notte di Betlemme. L’artista sfonda, allarga e dilata la sua narrazione consapevole di raccontare una storia vera, non una favola. Un uso del blu che commuove e cattura chiunque, pellegrino o turista. Chi entra nelle basiliche ne rimane affascinato. Un colore profondo, luminoso e soprattutto regale e reale. Il cielo di Giotto getta sulle rappresentazioni una luce radiosa, rendendole pure e senza scorie. Questo per avvicinare l’uomo alle verità che sta raccontando, una verità che emerge da sguardi e gesti tutti puntati su Gesù: è la pupilla spalancata, curiosa e saziata di Giotto.

Crocifissione (R. Guttuso)


CROCIFISSIONE
(Renato Guttuso, 1941, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna)


A sparire, nel quadro, è la centralità di Gesù, messo in secondo piano. Col risultato che, dei tre uomini in croce, il più evidente è uno dei ladroni.
Il punto di vista nuovo, che spiega il successo dell'opera al suo apparire, porta ad accorgersi degli altri sulla collina. Dove - a canzonare Gesù - sono addirittura in tre (i capi, i soldati e uno dei malfattori), sostanzialmente con lo stesso messaggio: «Tu che hai il potere di tirar fuori gli altri dai casini... ora, il potere, tiralo fuori per te».

Pietà (Carracci)

Annibale Carracci, Pietà, 1600 ca. Olio su tela, 158×152 cm. Museo di Capodimonte, Napoli

È uno dei capolavori indiscussi di Annibale, e un esempio altissimo di quella sintesi tra Idea e Natura su cui si basa il classicismo carraccesco. La composizione si ispira esplicitamente al gruppo marmoreo della Pietà di Michelangelo in Vaticano, una monumentale piramide articolata intorno alla diagonale del Cristo. Il modello classico, però, non è mai ripreso dall’artista in maniera intelletualistica, come mera citazione culturale, ma sempre rivissuto con grande intensità emotiva. Così la forza plastica michelangiolesca si rinnova e si scioglie alla stesso tempo in un’immagine di struggente patetismo, anche grazie all’uso drammatico delle luci e del colore. Annibale restituisce al Cristo di Michelangelo il livore cadaverico e quel senso di totale abbandono alla morte che l’artista aveva voluto rappresentare nella diagonale scultorea del braccio. 

Pala di Ognissanti di Ludovico Brea


Ludovico BreaIncoronazione di Maria Vergine detta Pala d'Ognissanti (1513), tempera su tavola

L’opera venne commissionata da Teodorina Lomellini vedova Spinola, Brea iniziò a dipingerla nel 1500 e terminò nel 1513, pare che avesse ricevuto in anticipo il suo compenso e quindi, probabilmente, lavorò con calma.
La Pala di Ognissanti rappresenta l’incoronazione della Vergine: in alto, al centro la Madonna e la Trinità, circondati dai Santi e dai beati.
I personaggi ivi ritratti sono 215, molti dei quali appartenenti alla famiglia Spinola o in qualche maniera ad essa legati.
Coloro che si trovano in basso, separati dagli altri, sono i viventi, quelli che invece si affollano nella seconda cerchia, vicini agli angeli e ai Santi sono già ascesi al Paradiso.

Köder, Mi avete dato da mangiare (Le opere di misericordia corporale)

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Sieger Köder, Mi avete dato da mangiare (Le opere di misericordia corporale), olio su tela XX sec. Collezione Privata


Köder, il pittore con la tonaca che dipinse la misericordia


Sieger Köder, artista scomparso recentemente, sacerdote tedesco che ha illustrato quasi tutta la Bibbia, condensa tutte le sette opere di misericordia dentro una casa. Le rivisita con un’edizione, per così dire, familiare. Certo non è una casa qualunque, è la casa di Betania, la casa di Marta, di Maria, di Lazzaro. È la casa degli amici di Gesù.
In primo piano ci sono mani che danno da mangiare, spezzano il pane per un povero; come ha fatto Cristo con noi, prima di morire. Questo gesto è la chiave d’apertura per tutto il dipinto. In una casa, prima del pane o del cibo, si spezza il proprio cuore, il proprio corpo, in favore di coloro che amiamo.

La Trinità (El Greco)

El Greco: La Trinità

Sull’opera: “La trinità” è un dipinto autografo di El Greco, realizzato con tecnica a olio su tela nel 1577-79, misura 300 x 178 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid. 
La storia dell’opera si conosce dal 1827, anno in cui fu acquistata per Ferdinando VII di Borbone. Per quanto riguarda l’autografia del Greco, la critica è universalmente d’accordo nel riconoscergliela in pieno.
L’opera in esame si trova nel Museo del Prado dal 1954.

Madonna col Bambino e due angeli (Botticelli)

Botticelli,  Madonna con Bambino e due angeli 
La Madonna con il Bambino e due angeli è un dipinto a tempera su tavola (100x71 cm) di Sandro Botticelli, databile al 14681469 e conservato nel Museo nazionale di Capodimonte a Napoli.

Ultima cena (Andrea del Castagno)


"L'Ultima cena" è un dipinto autografo di Andrea del Castagno, appartenente al ciclo di affreschi del Cenacolo di sant'Apollonia, realizzato nel 1447, misura 975 x 453 cm. ed è custodito nell'ex omonimo monastero a Firenze.
http://www.frammentiarte.it/dal%20Gotico/andrea%20del%20castagno/03%20cenacolo%20di%20sant'apollonia%20-%20l'ultima%20cena.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Cenacolo_di_Sant%27Apollonia

(particolare)

Lavanda dei piedi (Giotto)

Lavanda dei piedi
La Lavanda dei piedi è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. È compresa nelle Storie della Passione di Gesù del registro centrale inferiore, nella parete destra guardando verso l'altare.
https://it.wikipedia.org/wiki/Lavanda_dei_piedi_(Giotto)

La via dei lamenti (Botero)



La Via Crucis di Fernando Botero (1932), è un messaggio allegorico e un graffiante strumento per mettere a nudo la sofferenza patita in ogni tempo. Nobile prototipo di arte quella di Botero per raccontare un momento storico e immortalare suggestioni e consapevolezza per le discendenze future.

I quadri di Fernando Botero con le rotonde forme extra-large, il trascendere nell’illusorietà propagano intensi turbamenti, naturale conseguenza di una evoluzione creativa profondamente travagliata. E’ lo stesso Botero, in conclusione, ad illuminarci parafrasando Francis Bacon che” Non esiste bellezza eccellente che non abbia qualche stranezza nelle proporzioni”, 

27 dipinti ad olio e 34 disegni realizzati nel 2011 e donati dall’artista al Museo di Medellin, sua città natalehttp://www.katarte.it/2015/03/la-passione-di-cristo-nella-via-crucis-di-botero/

Cristo e l’adultera (Guercino)



Guercino (Giovanni Francesco Barbieri, 1591, Cento - 1666, Bologna), “Cristo e l’adultera”, 1621, Olio su tela, 98 x 122 cm, Collezione privata

Il ritorno del figliol prodigo (Tissot)



James Tissot, Il ritorno del figliol prodigo (1882)

Quest'opera è la terza di un quartetto che narra la parabola del figliol prodigo.
Nella prima opera vediamo il figlio, fiero e altezzoso nella sua scelta di abbandonare il padre per vivere la propria vita, nell'atto di sottrargli un portafoglio, mentre il padre cerca con una sofferenza trattenuta di fargli cambiare idea.
Nel secondo quadro, il figlio è in Giappone: ci sono delle Geishe che danzano di fronte a lui, una è appoggiata alla sua schiena come se fosse stanca dei troppi festeggiamenti e lui brinda con del sake. Ma non c'è gioia nel suo sguardo, che non è rivolto né alle Geishe, né al liquore. È perso in un vuoto in cui comprende finalmente dove ha lasciato la vera gioia.
Nel terzo quadro, quello che vedete, torna in ginocchio dal padre, in un sincero gesto di umiltà, mentre il padre dimostra il suo immenso amore con quella carezza sulla testa del figlio.

https://plus.google.com/+AndreaBaldinazzo/posts/Auvv6Jg7Jpf?pid=6199126822283578722&oid=112469477642770397278&authkey=CJDF4vqR9pa33gE

La Madonna della Misericordia (Antonio da Fabriano)

Antonio da Fabriano, Madonna della Misericordia

Il dipinto, un olio e tempera su tavola, realizzato da maestro marchigiano intorno al 1470, è di proprietà dell’Istituto Toniolo di Milano ed è stato recentemente oggetto di un accurato intervento condotto dallo Studio di restauro Carlotta Beccaria & C.
L’opera rientra perfettamente in una tipologia di stendardi processionali dipinti su entrambi i lati, che risulta ampiamente diffusa nel Quattrocento marchigiano. Sul recto, appare la Madonna della misericordia che raccoglie sotto il suo manto uno stuolo di fedeli, rappresentativi della comunità fruitrice della tavola. Alla sua destra si stagliano in primo piano, emergendo dai numerosi copricapi colorati, un vescovo, che occhieggia da dietro il fusto della Vergine, un cardinale e un papa, cui fa seguito un signore di mezz’età e due membri di una confraternita, vestiti di bianco e incappucciati. Al laico fa specchio, sull’altro lato, una donna più giovane, verosimilmente la moglie, che si stacca dal gruppo delle altre devote e indossa un bell’abito rosso con le maniche aperte e pendenti, coerente con le tendenze della moda dopo la metà del Quattrocento.
Ai lati della Vergine si trovano San Sebastiano, trafitto da quattordici frecce, e un santo vescovo, non identificato da attributi specifici.

Discorso della montagna (Beato Angelico)

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Il Discorso della montagna è un dipinto murale, eseguito tra il 1438 ed il 1440 circa, ad affresco, da Guido di Pietro, detto Beato Angelico, ubicato nella cella 32 del dormitorio, al primo piano, nel Convento di San Marco, oggi sede del Museo Nazionale di San Marco di Firenze.
http://it.cathopedia.org/wiki/Discorso_della_montagna_(Beato_Angelico)

Giudizio Universale (Beato Angelico, Firenze)

File:Fra Angelico 009.jpg
Il Giudizio Universale è una pala d'altare, realizzata tra il 14321435, a tempera su tavola, da Guido di Pietro detto Beato Angelico e bottega, conservato nel Museo Nazionale di San Marco a Firenze.
La forma insolita del dipinto deriva dalla singolare destinazione dell'opera, usata per decorare la cimasa del seggio del coro.
http://it.cathopedia.org/wiki/Giudizio_Universale_(Beato_Angelico)

Particolari: Paradiso
 

Inferno:

Gesù tentato (Kramskoj)

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I. KRAMSKOJ, Gesù tentato, olio su tela 1872, Galleria Tret’Yekov, Mosca
 
L’autore fissa il momento immediatamente successivo alle tentazioni.
Grazie alla particolare abilità dell’artista che ha utilizzato la prospettiva mettendo insieme una visione dal basso, in primo piano, con una veduta panoramica e illimitata dall’alto, si ha la sensazione di essere anche noi su quella montagna insieme con Gesù.
Il diavolo è stato appena buttato giù, è stato sconfitto!

La pesca miracolosa (Duccio)



La pesca miracolosa, dall'Apparizione di Cristo sul lago di Tiberiade, di Duccio di Buoninsegna, Museo dell'Opera del Duomo, Siena (1308-1311).

Il figliol prodigo (Chagall)

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Marc Chagall
Il Figlio prodigo
1975, olio su tela, 162x122 cm
Collezione Privata, St. Paul de Vence

È il 1975 ed il pittore bielorusso ha ottantotto anni. Nella sua lunga vita ne ha passate tante. Era solito dire: “Io sono nato morto” quando, ricordando le sue origini ebraiche, raccontava la sua nascita avvenuta nello stesso giorno in cui il suo villaggio era stato attaccato dai cosacchi durante un pogrom. Era il 7 luglio 1887 e la sinagoga di Vitebsk veniva data alle fiamme.
Poi conobbe l’antisemitismo sovietico, il nazismo tedesco, l’esilio in Francia e negli Stati Uniti e lo strazio della morte della sua giovane ed amatissima moglie Bella.