Etimasia (mosaico)

I Avvento
Etimasia, Mosaico del V secolo, Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore

Il bisogno di vedere l'Atteso
di Gian Carlo Olcuire | 28 novembre 2015, http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=2100

Nell'Etimasia della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma il tentativo di mostrare colui che certamente verrà, e in gloria
«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo»

Ecco un'opera che unisce l'ultima domenica dell'anno liturgico (dedicata a Cristo re dell'universo) alla prima domenica del nuovo anno. Il suo nome, che in greco significa semplicemente "preparazione", non dice - ma lo dice la figura - che si tratta della preparazione di un trono: per un re - o, meglio, per il re dei re - che verrà a instaurare il suo regno.

Icona di Maria detta Tricherusa (delle tre mani)


La leggenda narra che a, Giovanni Damasceno, arabo cristiano, teologo dell’VIII secolo, venne mozzata una mano dal califfo di Siria. Per una notte intera pregò davanti ad un’icona della Vergine con il Bambino. La Madonna lo guarì; così  Damasceno, in segno di riconoscenza, fece aggiungere all’icona una mano per onorare Maria che, come Madre dolcissima, è sempre pronta a dare una mano ai suoi figli che a Lei ricorrono.

Exodus (Chagall)

Exodus - Marc Chagall
Marc Chagall, Exodus, 1952-1966, olio su tela,130×162 cm, Collezione Privata

E’ tenebra. C’è paura e smarrimento. Il popolo d’Israele, che rappresenta ciascuno di noi nel sentiero della vita, percorre il suo cammino verso la Terra Promessa.
Marc Chagall, artista russo di credo ebraico chassidico, affronta il tema con grande partecipazione dando vita, dopo una lunga gestazione di quattordici anni (1952-1966), ad una composizione in cui prende vita l’esodo e la fuga del popolo dal tempo di Mosè a quella più recente dei Pogrom di inizio Novecento, fino ad arrivare a quello subito durante la Seconda Guerra Mondiale. La scena dipinta diviene così un’unica grande azione “senza tempo”, in cui l’assoluta tragedia dell’evento accomuna e annulla le distanze temporali, come simboleggia il pendolo fluttuante nell’oscurità del cielo.

Cristo Re (Jan van Eyck)


Raffigurazione di Cristo Re nelpolittico dell'Agnello Mistico di Jan van Eyck
Il Polittico dell'Agnello Mistico o Polittico di Gand è un'opera monumentale di Jan van Eyck(e del misterioso Hubert van Eyck), dipinta tra il 1426 e il 1432 per la cattedrale di San Bavone aGand, dove si trova tutt'oggi. Si tratta di un polittico apribile composto da dodici pannelli di legno di quercia, otto dei quali sono dipinti anche sul lato posteriore, in maniera da essere visibili quando il polittico è chiuso. 
https://it.wikipedia.org/wiki/Polittico_dell%27Agnello_Mistico
Polittico dell'Agnello Mistico

Natività di Maria (Giotto)

Natività di Maria

La Natività di Maria è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. È la prima delle Storie di Maria nel registro più alto della parete sinistra, guardando verso l'altare.

Speranza (Raffaello)


Come di consueto la speranza è rappresentata come una donna in preghiera. Essa spera, essa attende. Non si limita a vedere il presente, con il suo carico di fatica, ma ha lo sguardo levato in alto. La speranza conosce la provvidenza divina che tutto conduce al bene di coloro che Dio ama.
La speranza invita a vincere la tentazione del “pensiero corto” che subito vuole risultati e, non ottenendoli, si abbatte e scoraggia. Essa sa che le vie di Dio portano, anche se talvolta tortuosamente, alla meta che il disegno divino ben conosce.
I due putti ai lati, questa volta con ali angeliche, suggeriscono la serenità ed una ferma tranquillità. Poiché tutto è nelle mani buone di Dio, allora l’uomo può impegnarsi con tutto se stesso nell’opera che il Signore gli ha affidato, perché «in sua voluntade è nostra pace» e se si vive cercando di realizzare la volontà di Dio e la sua vocazione, il centuplo quaggiù non mancherà insieme a persecuzioni ed alla vita eterna.
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La fede (Raffaello)


Al centro della rappresentazione della fede sta la virtù stessa, sempre in figura femminile, che tiene in mano l'Ostia ed il Calice del Corpo e Sangue di Cristo. Si sottolinea così che la fede è fede nella presenza del Cristo vivente oggi nei Sacramenti della Chiesa. Il Signore non appartiene al passato, non è semplicemente il Gesù dei Vangeli, ma è anche il Cristo vivente che oggi si dona a noi nell'Eucarestia ed amandoci ci salva.
I due putti-angeli ai lati recano, invece, cartigli con abbreviazioni che rimandano all'Incarnazione. La verità e la bontà dell'Eucarestia derivano dall'evento storico della venuta del Figlio di Dio in mezzo a noi: egli è colui che si è fatto carne. Il putto di destra reca l'iscrizione in latino in abbreviazione JHS, cioè Jesus hominum Salvator, mentre il putto di sinistra reca sul cartiglio l'abbreviazione in greco CPX: entrambe rinviano ai titoli di Gesù Cristo, Salvatore degli uomini.
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La carità (Raffaello)


Prima delle tre tavole da Raffaello intorno al 1507, sono gli scomparti della predella della Pala Baglioni. La tavola centrale con la Deposizione è attualmente alla Galleria Borghese di Roma mentre la cimasa con il Padre Eterno benedicente tra angeli si trova a Perugia nella Galleria Nazionale dell’Umbria. La predella, portata a Parigi nel 1797, ritornò a Roma nel 1816 e fu esposta in Pinacoteca dal 1820.

Raffaello, riprendendo la tradizione iconografica elaboratasi nei secoli, rappresenta la carità come una donna carica di figli. La carità è cioè feconda, ama la vita e la serve. E la vita la cerca, assetata.
La carità non è così semplicemente la cura di coloro che debbono essere recuperati perché si sono persi, ma è innanzitutto amore per la vita stessa, amore per i bambini che nascono, amore per chi si sposa e celebra le nozze, amore per l’educazione. È amore che previene e genera e non solo amore che recupera.
Ai lati della carità due putti la rappresentano ulteriormente. A sinistra uno regge un fuoco. La carità è fuoco che riscalda. Non è algida, frigida e distaccata, bensì è passione che muove. Secondo la tradizione morale cristiana la bontà non consiste nell’assenza delle passioni, bensì nell’essere mossi dalle passioni buone.
A destra un altro putto versa un copioso grappolo d’uva, segno dell’abbondanza che la carità offre.
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Essa lo dona, senza trattenere nulla. Non esiste amore che non comporti il dono di sé.