La Via Crucis di Fernando Botero (1932), è un messaggio allegorico e un graffiante strumento per mettere a nudo la sofferenza patita in ogni tempo. Nobile prototipo di arte quella di Botero per raccontare un momento storico e immortalare suggestioni e consapevolezza per le discendenze future.
I quadri di Fernando Botero con le rotonde forme extra-large, il trascendere nell’illusorietà propagano intensi turbamenti, naturale conseguenza di una evoluzione creativa profondamente travagliata. E’ lo stesso Botero, in conclusione, ad illuminarci parafrasando Francis Bacon che” Non esiste bellezza eccellente che non abbia qualche stranezza nelle proporzioni”,
James Tissot, Il ritorno del figliol prodigo (1882)
Quest'opera è la terza di un quartetto che narra la parabola del figliol prodigo. Nella prima opera vediamo il figlio, fiero e altezzoso nella sua scelta di abbandonare il padre per vivere la propria vita, nell'atto di sottrargli un portafoglio, mentre il padre cerca con una sofferenza trattenuta di fargli cambiare idea. Nel secondo quadro, il figlio è in Giappone: ci sono delle Geishe che danzano di fronte a lui, una è appoggiata alla sua schiena come se fosse stanca dei troppi festeggiamenti e lui brinda con del sake. Ma non c'è gioia nel suo sguardo, che non è rivolto né alle Geishe, né al liquore. È perso in un vuoto in cui comprende finalmente dove ha lasciato la vera gioia. Nel terzo quadro, quello che vedete, torna in ginocchio dal padre, in un sincero gesto di umiltà, mentre il padre dimostra il suo immenso amore con quella carezza sulla testa del figlio. https://plus.google.com/+AndreaBaldinazzo/posts/Auvv6Jg7Jpf?pid=6199126822283578722&oid=112469477642770397278&authkey=CJDF4vqR9pa33gE